Scuola Anahata Yoga. Corsi di yoga e Teacher Training a Bornasco e San Genesio e Uniti Pavia

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Yoga in carcere

Yoga in carcere

Obiettivo: offrire strumenti per gestire stress, emozioni e pensieri negativi in un ambiente altamente provante quale quello del carcere.

La Scuola Anahata Yoga ha iniziato il passato Marzo un corso di Yoga specializzato presso la Casa Circondariale di Pavia, coinvolgendo 12 detenuti del reparto protetto della struttura, che riunisce soprattutto condannati per reati di natura sessuale.

Dopo pochi mesi, i benefici ricevuti dagli allievi del carcere sono stati così numerosi sia a livello fisico e mentale che le autorità penitenziarie hanno deciso di continuare il progetto, che consta di lezioni di 90 minuti circa per un periodo di 12 settimane. Due insegnanti della nostra scuola, Giovanna Amigoni e Massimo Boccardi, insegnano a rotazione, affiancati dall’educatrice penitenziaria Manuela Socionovi.

Gli allievi studiano asana (posizioni del corpo), pranayama (tecniche di respirazione), rilassamento guidato e le basi della filosofia dello Yoga con lo scopo di comprendere i fondamenti della disciplina e diventare autonomi nella pratica.

La scheda di valutazione del corso compilata dai partecipanti alla fine del primo modulo che è finito a Luglio ha evidenziato risultati molto positivi: tutti gli allievi hanno riscontrato maggiore tonicità muscolare, diminuzione dei dolori corporei, riduzione degli stati di ansia e nervosismo e crescita di autostima. Il 90 % di loro ha dichiarato di aver avuto anche un miglioramento della qualità del sonno.

L’ASD Anahata Yoga, che propone da oltre un decennio corsi di Yoga settimanali e, da tre anni, corsi di formazione per diventare insegnanti di Yoga RYT 200, ha ripreso in mano il progetto a fine Settembre. A seguire un articolo che narra le impressioni raccolte dalla nostra direttrice Laura Albertelli durante una recente intervista agli allievi.

“Non mi aspettavo che sarei stato così bene,” racconta M., 43 anni. “Ho trovato qualcosa che, dentro di me, sapevo di desiderare, ma non avevo idea di dove incontrarlo”.

M. è una delle 12 anime del Reparto Protetti della Casa Circondariale di Pavia che ha partecipato la scorsa primavera ad un progetto pilota organizzato dalla Associazione Sportiva Anahata Yoga per portare i benefici dello Yoga all’interno del carcere di Pavia.

Il suo è un reparto protetto e riunisce soprattutto sex offenders, ossia persone condannate per reati di natura sessuale.

“La mia vita è cambiata per sempre. Con lo Yoga sono diventato un altro. Non dico che sono cambiato dal primo incontro, ma poco a poco tutto è migliorato”, racconta M. “Non avrei mai pensato che a 43 anni mi sarei potuto sentire così bene”.

H., 31 anni, compagno di corso di M., da quando ha frequentato il progetto ha cominciato a praticare pranayama, ossia esercizi di respirazione. Lo fa ogni mattina e ogni sera prima di andare a dormire.

“Mi rilassano. Ho compreso che quando sono sereno, vivo meglio. Basta rabbia”, racconta.

Il progetto di Yoga è nato con l’intenzione di donare ai residenti della Casa Circondariale, tra le altre cose, strumenti per gestire lo stress, le emozioni ed i pensieri in un ambiente altamente provante.

I benefici che derivano dalla pratica dello Yoga sono ampiamente documentati e variano da quelli sul corpo (rilassamento muscolare, aumento della flessibilità, lubrificazione articolare, aumento della densità ossea, prevenzione alle patologie della colonna, gestione del dolore, abbassamento pressione arteriosa, miglioramento delle patologie cardiache), sulla mente (induce al rilassamento, aiuta a controllare la mente e ridirigere pensieri negativi in forma costruttiva, dona strumenti per migliorare la relazione con sé stessi ed il prossimo) e sull’umore (aiuta nei casi di depressione, insonnia, stati di ansia e attacchi di panico).

“Alle prime due lezioni arrivavano tutti un po’ scaglionati. Molti di loro in ritardo”, dice Giovanna Amigoni, una dei due insegnanti che ha seguito il progetto. “Dalla terza lezione in poi, non solo erano tutti in orario, ma ci aspettavano con ansia”.

L’ASD Anahata Yoga ha creato un corso di 13 settimane per rendere gli studenti, in piccoli gruppi, consapevoli delle differenti tecniche dello Yoga. Gli allievi hanno studiato ogni settimana per quasi due ore di seguito asana, ossia le posizioni del corpo, tecniche di respirazione, rilassamento guidato e le basi della filosofia dello Yoga. Lo scopo è quello di rendere le persone indipendenti nella pratica e di diffondere questi strumenti ad un numero più ampio possibile di carcerati. Alla fine del corso, gli studenti hanno ricevuto le dispense per condurre in autonomia la propria pratica personale, un rosario con cui cantare i mantra e una copia del testo sacro Bhagavad Gita.

“È piaciuto molto anche a me perchè vedere i loro miglioramenti, poterli aiutare è stata una gioia”, dice Amigoni. “Poter trasmettere un frammento di quello che ho provato io nel mio percorso personale dello Yoga è stata un dono. Questa è una delle cose più belle che abbia mai fatto nella vita”.

Al termine del corso, i partecipanti hanno completato questionari per valutare i benefici riportati come conseguenza del progetto. Il 90 percento di loro ha dichiarato di aver avuto un miglioramento della qualità del sonno, mentre tutti i partecipanti hanno riportato miglioramento della tonicità muscolare, diminuzione dei dolori del corpo, riduzione degli stati di ansia e nervosismo e miglioramento dell’autostima.

Scuola Anahata Yoga continua il progetto anche l’anno 2019/2020 in moduli di tre mesi, 15 allievi nuovi ogni volta.

L’insegnate Massimo Boccardi, anch’egli diplomato 200 ore dalla scuola Anahata Yoga, racconta che questa esperienza lo ha profondamente segnato.

“La prima cosa bella è stata la possibilità di vedere delle persone normali e non solo il fatto per il quale erano stati condannati”, dice Boccardi, “come insegnante la crescita è stata anche quella di vedere come nonostante lo stato di restrizione di libertà in cui questi studenti si trovano, la pratica dello Yoga dona sollievo e un grande aiuto”.

O., 34 anni, racconta che la pratica dello Yoga lo ha aiutato a gestire la rabbia. Le posizioni del corpo sono state fondamentali per “sfogarsi” e rilassarsi profondamente.

Per G., 26, il corso è stato importante per evadere psicologicamente dal contesto pesante nel quale si trova.

“Le lezioni ci hanno donato un momento per prenderci cura di noi stessi e vivere meglio visto il contesto in cui siamo”, racconta. “Grazie di cuore agli insegnanti e all’associazione”.

Scuola Anahata Yoga offre corsi di yoga a Bornasco (Pavia) da oltre di dieci anni e corsi di formazione per diventare insegnanti di yoga base da tre.
La nostra associazione, che in questo momento conta con uno staff di 10 insegnanti — tutti diplomati e volontari — si occupa della diffusione dei valori, della filosofia e della cultura Yoga nei suoi molteplici aspetti: dalla pratica fisica, alle tecniche di respirazione, la meditazione guidata, il canto dei mantra, fino alle pratiche di bioenergetica e benessere olistico come il riequilibrio energetico dei chakra, l’uso delle campane tibetane e la cucina vegetariana.
Gli insegnanti Anahata Yoga aderiscono ad un percorso di crescita personale che fonde l’Hatha Yoga tradizionale con il Bhakti Yoga, chiamato anche lo Yoga devozionale, ed il loro impegno con l’associazione risponde al desiderio profondo di donare alla comunità ciò che loro stessi hanno ricevuto in dono, ossia la capacità di apprezzare la propria bellezza interiore, seguendo i principi di onestà, purezza, veridicità, non violenza, dedica e studio costante del Sè, tra le altre cose.

“Mi sono trovato molto bene. L’ho detto anche ai miei figli durante i colloqui. Lo Yoga mi rende la mente aperta, libera. Mentre praticavo non ero più oppresso dallo stato reale di dove sono”, dice E., 49 anni.

 

 

 

 

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